Fuori orario
Dal 29 luglio al 4 agosto 2018
In onda dal 29 luglio al 4 agosto 2018
Domenica 29 luglio 2018 RAI3 dalle 00.30 alle 06.00 (330’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
L’INIZIO DEL TEMPO?
IL CINEMA DI LUIGI DI GIANNI
(3)
a cura di Fulvio Baglivi e Simona Fina
IL PROCESSO
(Italia, 1978, col., 195‘)
Regia: Luigi Di Gianni
Con: Paolo Graziosi, Roberto Herlitzka, Mario Scaccia, Piera Degli Esposti, Milena Vukotic, Leopoldo Trieste.
Una produzione Rai dal romanzo omonimo di Kafka. Sceneggiato in due puntate, per la durata complessiva di tre ore e dieci minuti. Una versione sospesa tra la corposità "realistica" ma non naturalistica dell'immagine e la rarefazione della "atmosfera" in cui ambienti e personaggi sono immersi.
“Nella impostazione del clima generale e nelle componenti scenografiche e recitative, ho cercato di evitare da una parte la pura astrazione, dall'altra un realismo parziale e riduttivo e di assumere la corposità e nello stesso tempo la dilatabilità dei dati reali (anche nell'ambientazione) che l'autore nitidamente suggerisce” (Luigi Di Gianni)
UN MEDICO DI CAMPAGNA FILM
(Italia, 2012, col., dur., 37’26”)
Regia: Luigi Di Gianni
Con: Renato Scarpa, Davide Borettaz, Elvezia Balducelli, Raffaele Braia, Gaetano Gesmundo, Teresa Sciarretta, Teresa Di Leone
“Ero in grande imbarazzo; c’era un viaggio urgente da fare: un malato grave mi attendeva in un villaggio distante dieci miglia (…)” Così comincia Un medico di campagna, racconto scritto da Franz Kafka fra il 1916 e il 1917 e che Di Gianni ambienta in una Puglia lunare e visionaria.
APPUNTI PER UN FILM SU KAFKA (Nella colonia penale)
(Italia, 83'14"
Regia Luigi Di Gianni
Con: Renato Scarpa Pietro Faiella Raffaele Braia Antonio Scalici Piergiuseppe Francione
Elvezia Balducelli Gaetano Gesmundo
Nella colonia penale è un racconto di Franz Kafka scritto nel 1914, in cui si narra il preludio di una condanna a morte. È la fredda descrizione dell’imminente esecuzione capitale di un soldato, reo di insubordinazione e oltraggio a un superiore.
La sua colpa è di essersi addormentato durante il turno di guardia dinanzi alla porta del capitano e di non aver quindi eseguito l’ordine del saluto militare allo scoccare delle ore. All’esecuzione sono presenti un soldato, il quale controlla il condannato con una pesante catena, l’ufficiale che dovrà eseguire la condanna e un esploratore straniero. L’esecuzione vera e propria sarà condotta con uno strano macchinario, “un apparecchio singolare”, come lo chiama lo stesso ufficiale all’inizio del racconto. Questa macchina, infatti, è programmata per uccidere lentamente incidendo più e più volte, con tanti aghi di vetro, sulla pelle del condannato l’ordine non rispettato (in questo caso “ONORA IL TUO SUPERIORE”!), passando e ripassando sulle ferite con una sempre maggiore profondità… Dalla visionaria opera di Kafka prende spunto la riflessione di Luigi Di Gianni, in un viaggio onirico e letterario a cavallo tra fiction e docufiction, tra le nebbie e gli inquietanti scenari del Delta del Po.
Venerdì 3 agosto luglio 2018 RAI3 dalle 01.50 alle 06.00 (250’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
FANGO, SUDORE E POLVERE DA SPARO:
UMBERTO LENZI, TUTTE LE VITE DEL CINEMA
(1)
a cura di Paolo Luciani
ORGASMO FILM
(Italia, 1969, col., dur., 92’41”)
Regia: Umberto Lenzi
Sceneggiatura: U. Lenzi, Ugo Moretti, Marie Claire Sollenville
Fotografia: Guglielmo Mancori
Montaggio: Enzo Alabiso
Musica: Piero Umiliani
Produzione: Tritone Filmindustria, Societè Nouvelle de Cinematographie
Con: Carroll Baker, Lou Castel, Tino Carraro, Lilla Brignone, Colette Descombes
Versione derubricata
Thriller psicologico declinato come una tragedia greca: la protagonista Baker, non più in se a causa del trauma provocatole dalla morte del marito, è in realtà vittima di una cospirazione di amici e parenti che vogliono impadronirsi della sua eredità. Ma non tutto è come appare…Ritratto in nero di una borghesia perversa e decadente, esempio perfetto di uno dei modi possibili in cui il nostro cinema si misurò con il clima della contestazione sessantottina.
IL COLTELLO DI GHIACCIO FILM
(Italia, 1972, col., dur., 87’49”)
Regia: Umberto Lenzi
Soggetto: U. Lenzi, Antonio Troiso
Sceneggiatura: U. Lenzi
Fotografia: Josè F. Aguayo jr.
Montaggio: Enzo Alabiso
Musica: Marcello Giombini
Scenografia: Piero Filippone
Produzione: Tritone Cinematografica, Mundial Film, Incir - De Paolis
Con: Carroll Baker, Ida Galli, Evelyn Stewart, George Rigaud, Eduardo Fajardo
Non sono solo le coeve variazioni e similitudini negli e degli strappi al genere giallo, introdotti da Dario Argento nei primi anni ’70, i riferimenti più immediati di questo film di Lenzi; ma ugualmente presenti appaiono i rimandi ad un cinema classico - questo si di genere! – americano degli anni ’40 , che il regista ben conosceva non solo dagli anni del Centro Sperimentale di Roma, ma anche e soprattutto per la sua vorace ed appassionata consuetudine nei cinematografi di provincia del dopoguerra.
CATERINA DI RUSSIA FILM
(Italia, 1963, col., dur., 100’42”)
Regia: Umberto Lenzi
Soggetto: Steven Luotto, Alfonso Brescia
Sceneggiatura: U. Lenzi, Guido Malatesta
Fotografia: Augusto Tiezzi
Montaggio: Jolanda Benvenuti
Musica: Angelo Francesco Lavagnino
Produzione: Fortunato Misiano (coprod. It/Fr/Jug)
Con: Hildegard Knef, Sergio Fantoni, Giacomo Rossi Stuart, Raul Grassilli, Tina Lattanzi
Il film storico/sentimentale ha una importante tradizione nel nostro cinema in questo particolare “genere” capace di misurarsi con le ben più ricche produzioni straniere, anche con quelle americane. In questa che è una delle sue prime avventure cinematografiche, Lenzi deve fare anche i conti con la ben più corposa concorrenza rappresentata dalla nostra televisione, nel suo momento di massimo utilizzo di storie e narrazioni fino ad allora solamente cinematografiche. Ma anche in questo caso, il suo retroterra di conoscitore del cinema gli viene in aiuto, ai volti televisivi di Grassilli e Fantoni, può affiancare quello di una vera diva quale è la Hildegard Knef, la sola tedesca, insieme alla Dietrich, che nel dopoguerra è riuscita a trionfare ad Hollywood e Broadway (e che ritroveremo in FEDORA di Wilder).
Sabato 4 agosto 2018 RAI3 dalle 02.15 alle 6.00 (225') Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
FANGO, SUDORE E POLVERE DA SPARO:
UMBERTO LENZI, TUTTE LE VITE DEL CINEMA
(2)
a cura di Paolo Luciani
KRIMINAL FILM
(Italia, 1966, col., dur., 95’16”)
Regia: Umberto Lenzi
Soggetto: U. Lenzi, dall’omonimo personaggio dei fumetti creato da Max Bunker/Luciano Secchi Sceneggiatura: U. Lenzi, David Moreno
Fotografia: Angelo Lotti
Montaggio: Jolanda Benvenuti, Antonio Gimeno
Musica: Romano Mussolini, Roberto Pregadio
Produzione: Filmes Cinematografica, Estella Film, Copercines
Con: Glenn Saxon, Helga Linè, Andrea Bosic, Ivano Staccioli, Esmeralda Ruspoli, Mary Arden, Kriminal, ideato da Bunker, viene considerato la versione hard di Diabolik; in realtà, tutti e due i personaggi ed i relativi fumetti, vennero messi all’indice negli anni del loro travolgente successo, insieme ai loro autori, non si contano le campagne di stampa che ne denunciavano immoralità ed istigazione alla violenza. I problemi maggiori con la censura li ebbe certamente Kriminal, molto poco della carica eversiva dei disegni si ritrova nel film di Lenzi, che rappresenta invece uno dei migliori esempi di cinema italiano ispirato dalla contemporanea moda dei “Bond film”.
L’UOMO DELLA STRADA FA GIUSTIZIA FILM
(Italia, 1975, col., dur., 88’48”)
Regia: Umberto Lenzi
Soggetto e sceneggiatura: U. Lenzi, Dardano Sacchetti
Fotografia: Guglielmo Mancori
Montaggio: Eugenio Alabiso
Musica: Bruno: Nicolai
Produzione: Aquila Cin.Ca
Con: Henry Silva, Silvano Tranquilli, Susanna Melandri, Claudio Gora, Alberto Tarallo
Durante la rapina ad una gioielleria di via Monte Napoleone a Milano, una bambina, figlia dell'ingegner Vannucchi, viene uccisa da un colpo di pistola sparato da uno dei banditi. Sulla base della testimonianza fornita dalla minore in punto di morte si deduce che uno dei componenti della banda abbia uno scorpione tatuato sul corpo, da qualche parte. Dato che la polizia non riesce a far luce sul delitto, il padre della piccola, anche contro la volontà di sua moglie, inizia ad indagare per conto suo.