Fuori orario

Dal 24 al 30 aprile 2016

In onda dal Dal 24 al 30 aprile 2016

 

Domenica 24 aprile 2016  dalle 01.40 alle   06.00       (260’)

 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

1945/1950 LA VITA  RICOMINCIA

cinema e film in Italia tra neorealismo e neocentrismo

Tra aprile e maggio 1945, l'insurrezione partigiana e la liberazione delle città del nord Italia, conducono il paese fuori dalla guerra e ad una difficilissima ricostruzione. Tappe fondamentali: il governo Parri, diretta espressione dell'unità tra tutte le forze politiche nei giorni immediatamente successivi all'insurrezione del 25 aprile; il primo governo De Gasperi, con la presenza dei socialisti e dei comunisti e che tenta di affrontare in maniera organica gli immensi problemi del paese; viaggio di De Gasperi negli Stati uniti; secondo governo De Gasperi, tripartito, con socialisti e comunisti e firma del Trattato di Pace (e conseguente perdita, oltre alle colonie d'oltremare, dell'Istria e della Dalmazia,    delle isole del Dodecaneso, di Briga e Tenda; Trieste diventa Territorio libero sotto l'amministrazione anglo-americana); il referendum monarchia/repubblica (in cui per la prima volta le donne accedono al diritto di voto); Truman, presidente degli Stati Uniti, enuncia la sua teoria di appoggio ai paesi che rifiutano il comunismo; i comunisti votano con i democristiano l'articolo 7 della Costituzione, che accoglie nell'ordinamento repubblicano il Concordato del 1929; strage di Portella delle Ginestre; nuovo governo De Gasperi, con socialisti e comunisti esclusi; nuovo governo De Gasperi, con i repubblicani di La Malfa e i socialdemocratici di Saragat, inizio del cosiddetto centrismo che governerà l'Italia fino al 1963; l'assemblea Costituente approva, con i voti Dc, Psi e Pci la nuova costituzione; vittoria democristiana alle elezioni politiche del 1948 e sconfitta del Fronte Popolare (Pci/Psi); adesione dell'Italia al Piano di aiuti Marshall; attentato a Togliatti; adesione dell'Italia alla Nato; "Piano Fanfani" per la casa; decreto di scomunica del Sant'Uffizio nei confronti dei comunisti; occupazione di terre incolte nel sud Italia; approvazione della riforma agraria; Giubileo del 1950, con la canonizzazione di Santa Maria Goretti;  prende forma e si afferma  il "riformismo democristiano.

 

a cura di Paolo  Luciani

 

   con i film

STROMBOLI – TERRA DI DIO  (Italia  1951 B/N)  durata 94 minuti e 38 secondi

di Roberto Rossellini; soggetto R. Rossellini; sceneggiatura R: Rossellini, Sergio Amidei, Gian Paolo Callegari, Art Cohn, Renato Cesana, Felix Morlion; fotografia Otello Martelli; montaggio Jolanda Benvenuti; musica Renzo Rossellini; produzione Berit Film  con Ingrid Bergman, Mario Vitale, Renato Cesana, Mario Sponza

Nastro Argento 1951 ad Ingrid Bergman come migliore attrice straniera

Karin è una profuga lituana internata in un campo di raccolta per stranieri durante la seconda guerra mondiale. Il futuro incerto le prospetta due possibilità: emigrare in Argentina o restare in Italia ed ottenere la cittadinanza sposando Antonio, un prigioniero di guerra liberato nel campo. Vistosi negato il lasciapassare per il Sudamerica, si unisce in matrimonio con l'uomo e lo segue nella sua terra, l'isola di Stromboli.Karin non riesce però ad adattarsi alla vita del marito, che sull'isola fa il pescatore, ed inizia a soffrire soprattutto per le enormi differenze culturali con la gente del posto, rozza e retrograda. La vita della donna, diventata una prigionìa, si fa ancora più dura a causa del carattere tradizionalista e geloso di Antonio che, istigato dalle voci della gente, reagisce duramente e a volte con violenza alle presunte "civetterie" di Karin. La quale, intanto, scopre di essere rimasta incinta e si convince perciò a lasciare l'inospitale isola, dove l'ultima delle frequenti eruzioni del vulcano ha messo a rischio la sua stessa vita oltre a quella degli isolani.Facendo leva sul suo fascino, si procura l'aiuto del guardiano del faro, l'unica persona fidata e disposta a darle il suo aiuto, prova a fuggire tentando di oltrepassare la vetta del vulcano in attività ma la sua fuga disperata pare impossibile. Calata la notte e vistasi perduta, viene presa dallo sconforto ed inizia ad invocare Dio. Alle prime luci dell'alba, Karin implora di nuovo l'aiuto di Dio, decisa a salvare il figlio che porta in grembo.

CRISTO PROIBITO  (Italia 1951 B/N) durata 92 minuti e 37 ssecondi

di Curzio Malaparte; soggetto e sceneggiatura C. Malaparte;  fotografia Gabor Pogany; montaggio Giancarlo Cappelli; musica C. Malaparte, Ugo Giacomozzi; scenografia Orfeo Tamburi; produzione Eugenio Fontana per la Excelsa Film   con Raf Vallone, Elena Varzi, Gino Cervi, Alain Cluny, Anna Maria Ferrero, Rina Morelli, Lianella Carell

Bruno è un reduce della campagna di Russia tornato a piedi nella sua Montepulciano. Contrariamente agli altri reduci, la sua felicità per il ritorno a casa è offuscata dalla morte del fratello, partigiano fucilato dai tedeschi a causa del tradimento di un compaesano. Deciso a vendicare il fratello, cerca di farsi dire il nome del delatore, ma i paesani, stanchi delle violenze e del sangue della guerra, si rifiutano di svelarlo. Mastro Antonio, un modesto falegname amico di Bruno, per paura che si possa macchiare di un delitto di un innocente, gli fa credere che l'uomo che sta cercando sia lui. A quella confessione Bruno prende una lima e gliela scaglia al cuore. Prima di spirare il falegame ammette di aver mentito ed essersi sacrificato in vece del colpevole. Trovato il vero colpevole, questi si offre ai colpi di mitra di Bruno, ma quest'ultimo memore delle parole dell'amico non ha la forza di colpire il colpevole, poiché un innocente ha già pagato per lui.


 

 

 Lunedì  25  aprile  2016 dalle 1. 15 alle 3.00   (105’’) 

 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

  

 PAULINO VIOTA, L’ORDINE DEL LABIRINTO: SCOPERTA  DI  UN CINEASTA (1)

a cura di Roberto Turigliatto

 

con il film

 

CONTACTOS (CONTATTI)                 prima visione TV

(Spagna, 1970, b/n, 62’,  v.o. sottotitoli spagnoli)

Regia, montaggio, produzione : Paulino Viota

Sceneggiatura: Javier Vega, Santos Zunzunegui

Con: Guadalupe G. Guemes, Eka Garcia, José Miguel Gándara, Camino Gárriz, José Angel Rebolledo

 

 

Inizia con questo lunedì un ciclo che Fuori Orario dedica alla scoperta di un grande cineasta spagnolo rimasto praticamente sconosciuto,  per non dire “maledetto”, fino a pochi anni fa anche in Spagna  e del tutto inedito in Italia.  Nato nel 1948  a Santander, dove oggi si dedica in modo indipendente allo studio dei grandi autori della storia del cinema (dal prediletto  John Ford fino all’altrettanto amato  Jean-Luc Godard), è autore di soli tre lungometraggi, realizzati tra il 1970 e il 1983, tra gli ultimi anni del Franchismo e l’inizio della Transizione.  Fuori Orario presenta in quattro puntate l’intera sua opera, compresi cinque cortometraggi.

Riscoperto da poco tempo come uno dei film maggiori della storia del cinema spagnolo, Contactos fu realizzato in piena dittatura con mezzi ridotti all’essenziale (macchina 16 mm., suono post-sincronizzato, riprese in pochissimi décor naturali  – tre interni e un esterno -  con sole cinque posizioni fisse della cinepresa in inquadrature frontali), senza autorizzazione ufficiale, in segreto e in fretta, di fatto quasi clandestinamente. Proibito dalla censura in Spagna, fu mostrato all’estero due volte:  da Langlois a Parigi nel 1971 alla Cinémathèque Française e lo stesso anno al Festival di Hyères, dove fu amato dal giurato  Noel Burch, che ne scrisse diverse volte nei suoi libri. Pur avendo come trama  quotidiana la vita sotto minaccia  di probabili militanti politici clandestini antifranchisti (una donna e due uomini provvisoriamente installati nelle camere d’affitto di uno stesso  appartamento),   Contactos si distacca  completamente dal cinema politico indipendente di quegli anni: “Invece di riferirsi ai codici narrativi convenzionali per descrivere il clima di oppressione imposto dalla dittatura, il film fa ricorso alle proposte estetiche più radicali del momento. Il titolo è ripreso da un brano di musica elettronica di Karlheinz Stockhausen e in effetti il film si svolge  secondo una logica quasi matematica di simmetrie e di ritmi” (Javier Moral), con una sobrietà formale vicina ai concetti della serializzazione (ma anche dell’apparente aleatorietà) propri  della musica d’avanguardia.  Altri riferimenti decisivi sono l’artista basco Jorge Oteiza (con le sue famose scatole vuote), il cinema di Straub e Huillet (soprattutto Cronaca di Anna Magdalena Bach), quello di Yasujiro Ozu (soprattutto per la luce, da poco scoperta da Viota in visioni televisive). Ma dove il film diventa ancor più sorprendente e quasi imponderabile è nell’architettura temporale: “la distruzione sistematica della struttura cronologica contrasta col rispetto scrupoloso del tempo all’interno delle singole scene, dando luogo a una decentralizzazione radicale dello spazio e del tempo, un’esperienza di frammentazione che evoca l’evoluzione quotidiana di un soggetto clandestino, sempre minacciato” (Javier Moral).  Il tempo del film è – nelle parole dello sceneggiatore Santos Zunzunegui – “quello che ci era stato rubato durante (e dalla) dittatura”. E Viota aggiunge: “Contactos è la cronaca di Anna Magdalena Bach senza la musica di Bach, dove il genio musicale è sostituito dall’atmosfera oppressiva del regime franchista”.  In un’intervista a Manuel Asin, Viota ha così descritto il finale del film, apparentemente interrotto: “ La fine del film è uno sguardo verso la macchina da presa, un motivo  classico del cinema moderno...Inoltre è un finale tradizionale, perché in fondo la storia è una storia tradizionale. Il film comincia e finisce come un film di John Ford: con un personaggio che arriva e un altro che dice che non continuerà, che è stanco di tutto. E il film finisce anche come un film nouvelle vague, con quello sguardo”.

 

 

Martedì 26 aprile 2016 dalle 1.50  alle 2.00  (10’)

 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

CHARLOT FA DEL CINEMA

(A Film Johnnie, USA, 1914, b/n, muto con cartelli in inglesi e sottotitoli italiani, 12’01”)

Regia: George Nichols

Con: Charles Chaplin, Virginia Kirtley, Roscoe Arbuckle, Minta Durfee

La vicenda racconta una normale giornata di lavoro agli studios Keystone. Normale fino alla comparsa di Charlot... Il vagabondo assiste all'arrivo della troupe, degli attori e delle attrici che entrano negli studios; colpito dal fascino di queste ultime, le segue trovando il modo di entrare anch'egli sul set in allestimento, intralciando il lavoro degli attrezzisti e rovinando le riprese.


Mercoledì 27  aprile  2016 dalle 1.55  alle 2.00   (5’) 

 

Fuori Orario cose (mai) viste

 

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

VENTI ANNI PRIMA

 

 

 

Giovedì  28   aprile 2016 dalle 1.45  alle 2.00   (15’) 

 

Fuori Orario cose (mai) viste

 

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

CHARLOT GIORNALISTA 

(Making a Living, USA, 1914, b/n, muto con cartelli in inglesi e sottotitoli italiani, 13’ 08”)

Regia: Henry Lehrman

Con: Charles Chaplin, Henry Lehrman, Virginia Kirtley, Alice Davenport, Minta Durfee, Chester Conklin

Charlot giornalista, è la prima comica interpretata da Chaplin. Non appare ancora nelle vesti di Charlot. Il personaggio è in divenire, ma già si intravedono alcuni tratti caratteristici della maschera del vagabondo: l'apparente eleganza, la gestualità tipica e la mancanza di quattrini. Chaplin interpreta Swindler, un aspirante giornalista a caccia di scoop che, a corto di quattrini, prima deruba il suo rivale (Henry Lehrman) di qualche spicciolo, quindi seduce la sua donna, infine gli ruba lo scoop da lui immortalato con la sua macchina fotografica. Inevitabile la scazzottata finale fra i due.

 

 

 

Venerdì 22 aprile  2016 dalle 1. 50 alle 6.55   (305’)

 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

A morsi, A singhiozzi, A fatica: la vita strappata

    a cura di Fulvio Baglivi

con:

LO SPECCHIO ROVESCIATO.  UN’ESPERIENZA DI AUTOGESTIONE OPERAIA

(Id., Italia, 1981, colore)

Di Gianni Amico e Marco Melani

La storia dell'attività della Culmv (Compagnia unica di lavoratori merci varie) del porto di Genova, dal Trecento sino ai giorni nostri. Strutturato in tre parti (Caravana e Camalli, Compagnia unica lavoratori merci varie, Il sacco e il container) raccontate attraverso il genio e la fantasia di Gianni Amico e Marco Melani, figure imprescindibili per il cinema e la tv italiana, e non solo, del dopoguerra.La serie fu  trasmessa dalla Rai il 19, il 26 gennaio e il 2 febbraio 1981: vengono alternate ricostruzioni sceniche (come la nascita nel Trecento o la resistenza e il sabotaggio durante la seconda guerra mondiale) all'inchiesta televisiva. 

 

LE MANI SVELTE. GIOVANI, DONNE, FABBRICHE

(Id., Italia, 1981, colore)

Regia: Gianni Amico

Un reportage sulla realtà della fabbrica a Torino, con interviste a operai, donne, giovani e anziani. L'arrivo degli immigrati, i sacrifici, la ricerca di un posto di lavoro, le reazioni dei giovani al loro impatto con la fabbrica, i conflitti tra generazioni, le discriminazioni. Le mani del titolo sono quelle delle donne, modelli di tenacia e adattamento per tutti quelli che lottano per la conquista dell'integrazione e per il miglioramento delle proprie condizioni di vita. Con musiche di Enrico Rava e Lucio Dalla.

 

OMSA SUD DOPO UN ANNO DI LOTTA         

(Id., Italia 1975, b/n,44’)

Regia, fotografia, montaggio: Videobase (Anna Lajolo, Guido Lombardi, Alfredo Leonardi)

Le lotte delle lavoratrici della fabbrica di Faenza all’inizio degli anni’70. A quaranta anni di distanza le lavoratrici della OMSA sono ancora in lotta, questa volta contro la chiusura dello stabilimento deciso dalla proprietà che ha trasferito la produzione in Serbia.


 

 

Sabato  23  aprile  2016  dalle 02.15 alle 7.00   (285’)  

 

Fuori Orario cose (mai) viste 

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

A morsi, A singhiozzi, A fatica: la vita strappata

    a cura di Fulvio Baglivi

con:

 

IL PALAZZO DELLE AQUILE                           

(Italia, 2011, col., 126’)
Regia: Stefano Savona, Ester Sparatore, Alessia Porto.

Diciotto famiglie rimaste senza casa occupano per un mese, giorno e notte, il Palazzo delle Aquile, sede del municipio di Palermo. Fin dal primo giorno una sfida chiara viene lanciata: le case in cambio del Palazzo.

 

LA NOSTRA LOTTA E' L'AUTORIDUZIONE, LA NOSTRA FORZA E' L'ORGANIZZAZIONE                                            

(Italia 1972, b/n, 12’)

Di Videobase (Anna Lajolo, Alfredo Leonardi,Guido Lombardi)

La lotta per la casa a Roma, nella zona di Magliana. L’autorganizzazione si contrappone alla mediazione dei partiti, in particolare il PCI, ed emerge come unica via per l’emancipazione e la riappropriazione da parte degli sfruttati.

 

IL FITTO DEI PADRONI NON LO PAGHIAMO PIU'         

(Italia 1972, b/n, 33’)

Di Videobase (Anna Lajolo, Alfredo Leonardi,Guido Lombardi)

Un messaggio chiaro, un titolo slogan. Il progetto Videobase era questo: assumere il punto di vista di chi lotta per la propria sopravvivenza, trasformare il filmato in strumento di approfondimento e attacco al capitalismo, essere controcampo alla macchina pubblicitaria del sistema per partire al contrattacco.

 

FUORI ORARIO – A. LAJOLO e G. LOMBARDI ISOLE DI CINEMA

(Id., Italia, 2013, b/n, 83’)

Brani tratti dal lavori della coppia di cineasti che con Alfredo Leonardi creò l’esperienza Videobase, il progetto militante che sperimentò il video già agli inizi degli anni ’70. Qui la camera si sofferma sull’esperienza degli abitanti dell’isola di San Pietro, piccola isola della Sardegna.

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