Fuori orario
Dal 29 aprile al 5 maggio 2018
In onda dal 29 aprile al 5 maggio 2018
Domenica 29 aprile 2018 RAI3 dalle 2.00 alle 6.00 (240’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
VITTORIO DE SETA O DELLA LOTTA DELL’UOMO PER LA SUA SOPRAVVIVENZA
(3)
a cura di Fulvio Baglivi
con i film
DIARIO DI UN MAESTRO (4 puntata)
(Italia 1972, col., dur., 65’ circa)
Regia: Vittorio De Seta
Tratto dal libro autobiografico Un anno a Pietralata di Albino Bernardini.
Con: Bruno Cirino e i ragazzi di una scuola della periferia romana.
Trasmesso la domenica sera su Raiuno in quattro puntate, dall’11 febbraio al 4 marzo 1973
In una scuola della estrema periferia romana un giovane insegnante, nuovo dell'ambiente, invece di disinteressarsi della sua aula semivuota, decide di affrontare il problema del mancato rispetto dell'obbligo scolastico non in maniera burocratica, ma cercando per il quartiere i bambini che non frequentano le lezioni e dando a queste un assetto assolutamente atipico, quasi rivoluzionario per i programmi dell'epoca. Ne nasce un'esperienza di arricchimento reciproco tra i piccoli alunni e il maestro il quale, agli occhi dei telespettatori, rappresenta la persona che pratica quegli ideali da tanti altri solo predicati. Dallo sceneggiato televisivo di oltre quattro ore venne tratta un’edizione della durata di poco più di due ore che uscì nelle sale cinematografiche due anni dopo.
IN CALABRIA
(Italia, 1993, colore, durata 81’ 06”)
Regia: Vittorio De Seta
Nato a Palermo da una famiglia aristocratica di provenienza calabrese, Vittorio De Seta esprime non una semplice origine, ma una vera e propria aderenza e appartenenza sociale alla Calabria. A questa Regione, infatti, ha dedicato diversi lavori e in una tenuta della famiglia ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Iniziò a prestare attenzione “ai dimenticati” dopo l’esperienza della prigionia, maturata durante la guerra: pescatori, contadini, pastori, artigiani sono al centro delle sue opere girate in Sicilia, Sardegna e Calabria. In Calabria, girato in 16 mm nel 1993 per la RAI, ha un commento di 13 minuti complessivi, affidato dalla voce di Riccardo Cucciolla. Una allarmata e sconsolata di una regione in mutamento, una ricognizione in cui la Calabria non è soltanto "in Calabria", ma un po' dappertutto, intorno ad ognuno di noi.
Alla fine del XX secolo, in Calabria, ci sono ancora persone che vivono come nell'antichità, in luoghi dove il tempo sembra essersi fermato. La macchina da presa di De Seta osserva i pastori versare il latte dei loro animali nei secchi e lavorarlo, uomini in grado di costruirsi manualmente ogni tipo di utensile. Il loro è un mondo contadino fatto di piccoli gesti quotidiani in cui è necessario l'aiuto reciproco. Parallelo a questo, c'è un altro universo, diametralmente opposto, fatto di fabbriche, degrado, grandi macchinari. Nuove costruzioni, tra cui i casermoni dell'Università della Calabria, devastano il panorama naturale, fabbriche abbandonate testimoniano il fatto che gli abitanti devono impegnarsi a non perdere per sempre il tessuto delle proprie tradizioni.
“ ... ha la bellezza disperata del gesto amoroso che vuole stringere nel presente della sua iscrizione l'oggetto amato e che può soltanto mostrarlo cambiato. L'oggetto filmato, la Calabria perduta, si assenta e si sospende, scoprendo contemporaneamente la potenza utopica e ucronica del cinema”. (Jean-Louis Comolli) |
Venerdì 4 maggio 2018 RAI3 dalle 2.00 alle 6.00 (240’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
VITTORIO TAVIANI: IL SOLE A MEZZANOTTE
con i film
SAN MICHELE AVEVA UN GALLO
(Italia, 1972, col., 86’45”)
Regia: Paolo e Vittorio Taviani
Fotografia: Giulio Masini
Montaggio: Roberto Perpignani
Con: Giulio Brogi, Daniele Dublino, Renato Cestié, Vito Cipolla, Renato Scarpa
Liberamente tratto dal racconto di Tolstoj Il divino e l’umano (alla letteratura russa i due autori attingeranno più volte nella loro opera), il film racconta il fallimentare tentativo rivoluzionario che un piccolo gruppo di anarchici tenta di compiere in un paese umbro. Il loro capo, l’anarchico internazionalista Giulio Manieri, viene condannato all’ergastolo e sconta la pena in reclusione solitaria, fantasticando tra sé e sé immaginari dibattiti politici. Dopo dieci anni di prigionia, mentre viene trasferito in un altro carcere, sulla barca che lo trasporta nella laguna veneziana, incontra un gruppo di giovani rivoluzionari scoprendo così l’esistenza di una nuova generazione che ormai irride al suo idealismo utopistico e professano una strategia completamente diversa, fondata sull’analisi scientifica della società. Sentendosi sorpassato dalla storia Giulio si lascia scivolare nelle acque della laguna.
GOOD MORNING BABILONIA
(Italia, 1987, col., 112’59’)
Regia: Paolo e Vittorio Taviani
Fotografia: Giuseppe Lanci
Montaggio: Roberto Perpignani
Con: Vincent Spano, Joaquim de Almeida, Greta Scacchi, Désiré Nosbusch, Omero ntonutti, Bérangère Bonvoisin, David Brandon
Nicola e Andrea Bonanno, due fratelli toscani, artigiani e restauratori di chiese, partono per la California in cerca di fortuna. Siamo nel 1911, la nascente industria cinematografica sta vivendo uno sviluppo impetuoso. Dopo aver lavorato nel padiglione italiano dell’Esposizione Universale di San Francisco i due fratelli incontrano David Wark Griffith che sta progettando il film Intolerance e che cerca degli scenografi italiani. Sul set del film incontrano Edna e Mabel che diventeranno le loro rispettive mogli. Edna muore di parto e i fratelli finiscono per separarsi. Si ritroveranno sul fronte della Prima Guerra mondiale, dove la cinepresa (questa volta quella degli operatori di guerra) tornerà ad avere un ruolo nella loro vita e nella loro morte.
Sabato 5 maggio 2018 RAI3 dalle 2.00 alle 6.00 (240’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
L’ALBERO DELLA VITA E DELLA MORTE
a cura di Lorenzo Esposito
con i film
ARIRANG
(Id., Corea del Sud, 2011, col., 101’, v. o. sott. italiano)
Regia: Kim Ki-duk
Con: Kim Ki-duk
Durante le riprese di Dream, film del 2008, la protagonista, vittima di un incidente, rischia di rimanere impiccata. Si salva, ma l’accaduto turba così tanto Kim Ki-duk da costringerlo a ritirarsi in montagna in completa solitudine. Arirang, (il titolo ispirato ad un’antica canzone coreana), è la storia del suo eremitaggio, un lungo esame di coscienza, una video confessione che gravita attorno alla sua vita, al cinema, all’inabissarsi nel baratro della depressione, all’afflizione catartica che il maestro si è volontariamente imposto.
THE TREE OF LIFE
(Usa 2011, col., 134')
Regia: Terrence Malick
Con: Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Hunter McCracken, Laramie Eppler, Tye Sheridan.
Texas, anni Cinquanta. Jack cresce tra un padre autoritario e una madre dolce e protettiva. Stretto tra due modi dell'amore diversi, diviso tra essi per tutta la vita, e costretto a condividerli con i due fratelli che vengono dopo di lui. Poi la tragedia, che moltiplica le domande di ciascuno. La vita, la morte, l'origine, la destinazione, la grazia e la natura. L'albero della vita che si può piantare e che sovrasta, che è simbolo e creatura, schema dell'universo e genealogia, immagine e realtà. Palma d'Oro a Cannes nel 2011.