Fuori orario
Dall'11 al 17 novembre 2018
In onda dall'11 al 17 novembre 2018
Domenica 11 novembre 2018 RAI3 dalle 01.40 alle 06.00 (260')
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
IL CINEMA SI/CI DIFENDE (Gli esordi di Pietro Germi) (3)
a cura di Donatello Fumarola
LA CITTA' SI DIFENDE FILM
(Italia 1951, b/n, 76’)
Regia: Pietro Germi
Con: Gina Lollobrigida, Renato Baldini, Cosetta Greco, Paul Muller, Fausto Tozzi, Enzo Maggio.
Quattro banditi rapinano l’incasso dello stadio di Roma durante una partita di calcio. Non sono professionisti, ma sbandati spinti dalla miseria. Paolo è un ex calciatore, costretto a lasciare lo sport a causa di un incidente; Guido, maestro di disegno, si guadagna da vivere facendo ritratti nei locali; Luigi è un disoccupato con moglie e figlia a carico; Alberto, il più giovane, desidera una vita migliore di quella che possono permettergli i piccoli risparmi dei genitori. Braccati dalla polizia, i quattro si separano, e ognuno va incontro al proprio destino. Da un soggetto di Fellini, Pinelli e Comencini. Sceneggiato da Fellini e Pinelli.
IL FERROVIERE FILM
(Italia 1956, b/n, 112’)
Regia: Pietro Germi
Con: Pietro Germi, Luisa Della Noce, Sylva Koscina, Saro Urzì, Carlo Giuffré, Renato Speziali.
Andrea Marcocci ha lavorato per tutta la vita nelle ferrovie, ma non ha mai fatto amicizia con i colleghi; in più i figli si dimostrano una delusione: il maschio infatti non vuole lavorare, mentre la ragazza continua ad avere relazioni extraconiugali. Andrea inizia a bere sempre di più fino a quando subisce un incidente ferroviario: in quel difficile frangente, i compagni di lavoro gli negano la solidarietà perché lui aveva lavorato durante uno sciopero...
Una testimonianza di Ermanno Olmi: «Settembre 1961, a Roma. Da Rosati a via Veneto. Germi lo trovavi sempre lì, al bancone del bar, seduto davanti a un bicchiere di vino. Non era una posa d'artista: era davvero nella sua natura starsene silenzioso a pensare sorseggiando del buon vino. Se non avessi saputo ch'era un celebre regista e anche attore avrei detto, per istintiva sensazione, che poteva essere un ferroviere. Perché mi ricordava mio padre come lo avevo in mente da bambino: anche lui ferroviere. Gente solida, buoni bevitori ma rigorosamente sobri in servizio. Quel giorno di settembre, fu proprio Germi a rivolgermi un saluto. Fino ad allora, io lo incontravo spesso lì (lo ammiravo moltissimo), ma non avevo mai osato importunarlo. Mi disse che aveva visto Il posto, il mio film che era stato alla Mostra di Venezia e che gli era piaciuto. Io gli confidai la grande emozione (e le lacrime!) per il suo Ferroviere. Ma al di là della grazia sublime dell'opera ‒ di una rara potenza poetica! ‒ c'era per me una ragione particolare, che mi faceva amare in modo speciale quel suo film: riguardava la mia stessa vita e quella di mio padre che aveva attraversato le stesse vicende del suo ferroviere.»
Venerdi 16 novembre 2018 RAI3 dalle 02.00 alle 06.00 (240')
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
FRONTIERE E FOGLI DI VIAGGIO NEL CINEMA DI FRANCO GIRALDI
(4)
a cura di Paolo Luciani
nella notte
LA SUPERTESTIMONE FILM
(Italia 1971 colore) durata 107’11”
regia Franco Giraldi; soggetto Tonino Guerra, Ruggero Maccari, Luisa Montagnana; sceneggiatura T. Guerra, R. Maccari; fotografia Carlo Di Palma; montaggio Ruggero Mastroianni; musica Luis Bacalov; costumi e scenografia Gianni Polidori; una produzione Dean film
con Ugo Tognazzi, Monica Vitti, Orazio Orlando, Veronique Vendell, Nerina Montagnani, Franco Balducci
Marino Bottecchia, detto Mocassino, è il protettore di Tiziana, giovane prostituta ritrovata che viene ritrovata affogata. Nonostante i labili sospetti a suo carico, oggetto di una campagna di stampa scandalistica, Marino viene condannato a venti anni in seguito alla testimonianza di Isolina, la bizzarra proprietaria di un asilo, ex serva di un convento di suore.
Stimolata dal ricordo di una amica, Isolina riconosce di essersi sbagliata; pentita, ingaggia una battaglia legale che, alla fine, riconosce Marino innocente dell’omicidio.
Isolina, anche spinta dalla voglia di uscire dalla sua condizione di solitudine, comincia a frequentare Marino, lo assiste negli anni – pochi, quattro - che pure gli sono stati comminati; fino ad innamorarsene e a sposarlo.
Ma in questa favola il lieto fine non esiste, il grottesco, tipico del cinema italiani più feroce, è dietro l’angolo…
GLI ORDINI SONO ORDINI FILM
(Italia 1972 colore) durata 91’09”
regia Franco Giraldi; soggetto Tonino Guerra, Ruggero Maccari, Alberto Moravia; sceneggiatura T. Guerra, R. Maccari; fotografia Carlo Di Palma; montaggio Raimondo Cruciani, Lidia Passcolini; musiche Fred Bongusto, Franco Califano, Gianfranco Plenizio; scenografia Luciano Ricceri, Emanuele Taglietti; costumi Silvano Malta, Antonio Randaccio; produzione Angeletti, De Micheli
con Monica Vitti, Gigi Proietti, Orazio Orlando, Claudine Auger, Elsa Vazzoler, Luigi Diberti, Corrado Pani
Giraldi si confronta con la grande confusione sotto il cielo, che tra la fine degli anni ’60 e la metà dei ’70, investe anche la società italiana. Attraverso il confronto con figure maschili tutte deficitarie, la Vitti costruisce uno dei suoi personaggi femminili più sfaccettai e complessi; mentre Giraldi pratica ed offre allo spettatore un cinema che si allontana, con strappi e volute forzature, agli schemi consueti della commedia all’italiana.
Sabato 17 novembre 2018 RAI3 dalle 02.10 alle 6.00 (230’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
FRONTIERE E FOGLI DI VIAGGIO NEL CINEMA DI FRANCO GIRALDI (5)
a cura di Paolo Luciani
nella notte
MIO FIGLIO NON SA LEGGERE prima puntata – durata 85’59”
MIO FIGLIO NON SA LEGGERE seconda puntata – durata 60’28”
(Italia 1984 colore)
Regia Franco Giraldi; sceneggiatura Ugo Pirro, F. Giraldi, con la collaborazione di Giusi Robilotta; fotografia Dario Di Palma; montaggio Antonio Siciliano; musica Luis Bacalov; scenografia Umberto Turco; direttore di produzione Gino Usai; produzione Ciad Cine Audiovisual
con Mimsy Farmer, Omero Antonutti, Luigi Diberti, Bernardo Rousselet, Laura Sancin, Italo Nardulli
Per chi ha letto il libro di Ugo Pirro, uscito nel 1981, Mio figlio non sa leggere diretto da Franco Giraldi è un film che sembra di avere già visto. Che significa? Che il regista è stato rispettosissimo del testo, per esempio; ma anche che ha in parte rinunciato a dare un' impronta troppo personale al film. Forse, e comprensibilmente, assecondando ed esaltando quella discrezione, quell' evitare qualsiasi invadenza, quel fare il regista, per così dire, sottovoce che il cineasta triestino già in altre circostanze (come nella bellissima trasposizione di due racconti cari alla sua cultura: "La rosa rossa" e "Un anno di scuola") aveva già mostrato. Ma chiunque, in questo caso, si sarebbe messo in disparte. In Mio figlio non sa leggere Pirro ha raccontato la propria esperienza di padre e, nel farne un film, ha affiancato Giraldi nello scriverne la sceneggiatura…. Ma Mio figlio non sa leggere è anche una storia di denuncia: è la scoperta di un male, la dislessia che ritarda la crescita intellettuale del piccolo Umberto rendendogli difficilissimo l' apprendimento della lettura e della scrittura, ed è la comunicazione di questa scoperta a chi è vissuto nella sua ignoranza e a chi, colpevolmente come nel caso dell' istituzione scolastica o di quella sanitaria, quest' ignoranza ha reso e continua a rendere inabile a intervenire prontamente e scientificamente. ( Paolo D’Agostini 22 novembre 1984 La Repubblica)
prima messa in onda su RaiDue 21/11/1984 e 22/11/1984
EX JUGOSLAVIA – FOGLI DI VIAGGIO terza puntata C’ERANO SOLO PIETRE
(Italia 1994 colore) durata 58’45”
regia Franco Giraldi; a cura di Giacomo Gambetti; consulenza Ugo Pirro; fotografia Claudio Elena; montaggio Anna D’Amici
Claudio Magris nel porto di Rovigno, in Istria, introduce il documentario " Ex JUGOSLAVIA: fogli di viaggio" che raccoglie le interviste con alcuni comunisti istriani che furono espulsi dal partito e confinati da Tito in quanto presunti stalinisti. Gino Kmet e Eligio Zanini tornano sul luogo del confino e raccontano la loro vicenda: l' esilio impostogli da Tito in seguito alla reazione del gruppo dirigente jugoslavo quando nel 1948 tutti i partiti comunisti riuniti nel Cominform pubblicarono una risoluzione di durissima critica alla Lega dei Comunisti jugoslava e al titoismo.