Fuori orario

Dal 27 maggio al 2 giugno 2018

In onda dal 27 maggio al 2 giugno 2018

Domenica 27  maggio   2018                                 RAI3                 dalle 01.10  alle 06.00   (290’) 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

Troppi sogni per le strade? 

(13 film di Mario Camerini)     (3) 

 

a cura di Donatello Fumarola

 

con

 

 

UNA STORIA D'AMORE

(Italia 1942, b/n, 91'11”)

di Mario Camerini

con Assia Noris, Piero Lulli, Carlo Campanini, Guido Notari, Emma Baron, Marcello Mastroianni. 

Anna, una donna dal passato torbido, sposa un onesto lavoratore dell'officina meccanica SIMA, che le assicura una vita dignitosa malgrado le difficoltà economiche. Ricattata da un uomo al corrente dei suoi trascorsi, Anna perde la testa e lo uccide. Condannata a dieci anni, nel dare alla luce una bambina in prigione, muore di parto.

 

T'AMERO' PER SEMPRE

(Italia 1943, b/n, 91')

di Mario Camerini

con Alida Valli, Gino Cervi, Anonio Centa, Jules Berry, Gilda Marchiò, Tina Lattanzi. 

Remake dell'omonimo film diretto sempre da Camerini nel 1933. Avuta una bambina dal conte Diego e quindi da lui abbandonata, Adriana trova un impiego presso un grande negozio di parrucchiere riuscendo così a condurre una vita dignitosa assieme alla figlia. Faustini, il ragioniere del negozio, si innamora di lei, che lo respinge vergognandosi della propria condizione. Un giorno Diego ritorna da Adriana, le dice che si sta per sposare e le propone di ridiventare la sua amante. Faustini, udito casualmente il colloquio tra i due, si scaglia contro Diego gettandolo a terra; immediatamente dopo sia lui sia Adriana vengono licenziati e sulla strada del ritorno la ragazza accetta la proposta di matrimonio dell'uomo.

 

 

 

Venerdì  01  giugno   2018                                 RAI3                 dalle 02.00  alle 06.00   (240’) 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

 

presenta

 

 

FAMILY PLOT

 

a cura di Simona Fina e Roberto Turigliatto



L’INNOCENZA DEL PECCATO

(La Fille Coupée En Deux, Francia, 2007, col., dur., 110’29”)

Regia: Claude Chabrol

Con: Ludivine Sagnier, François Berléand, Benoît Magimel, Mathilda May, Caroline Sihol

Una giovane e ambiziosa conduttrice televisiva viene sedotta e manipolata da un maturo ed egocentrico scrittore sposato, che ne fa un’amante esperta e la introduce ai giochi viziosi del jet set parigino. Abbandonata dall’anziano amante, la ragazza si consola tra le braccia di un giovane miliardario psicologicamente instabile, da tempo innamorato di lei, e arriva addirittura a sposarlo. Ma il giovane non resiste alla gelosia e il triangolo amoroso avrà conseguenze imprevedibili...

Una soggettiva dall'interno di un'automobile è la sequenza di abbagliante bellezza, virata in tinte sanguigne, che apre La fille coupée en deux (il più stuzzicante titolo originale, di gran lunga preferibile alla didascalica e telefonatissima titolazione con cui il film esce nelle nostre sale, L'innocenza del peccato); un'addentrarsi ideale nelle viscere di una passione, un'esplorazione sotterranea dei sentimenti che legano la bella e ingenua Gabrielle (una brava Ludivine Sagnier) ad un attempato scrittore (François Berléand) che la condurrà negli abissi delle sue perversioni, e ad un giovane rampollo innamorato di lei (forse il migliore del trio, Benoît Magimel). Fedele a molti dei tratti cari al suo cinema, dal tema dell'ossessione allo smascheramento di una certa società borghese, con questo film Chabrol si insinua nell'ambiguità e nelle diverse venature del desiderio e della perversione, sia maschili che femminili.

 

 

 I RAGAZZI TERRIBILI            

(Les Enfants Terribles, Francia, 1950 , b/n, dur.100’24”, v.o. sott. It.)

Regia : Jean-Pierre Melville

Con: Nicole  Stéphane,  Edouard  Dhermite,  Renée  Cosma, Jacques  Bernard, Melvyn  Martin, Maria  Cyliakus, Marie  Robain, Maurice  Revel, Adeline  Aucoc, Emile  Mathys, Roger  Gaillard, Rachel  Devirys,   Hélène  Rémy,  Jean  Cocteau, Annabel  Buffet

I ragazzi terribili (straordinario inno alla giovinezza e alle sue inquietudini tratto dal romanzo di Jean Cocteau, co-sceneggiatore con Melville, che l’allora giovane critico François Truffaut affermò di aver visto venticinque volte), è tratto dal famoso romanzo di Jean Cocteau.

Paul ed Elizabeth, fratello e sorella, vivono un rapporto molto stretto, che si fa più ambiguo quando la loro madre, una donna molto malata, viene a mancare.

 

"Cocteau non ebbe più che un desiderio: che io morissi perché lui potesse girare il film al mio posto. Una volta in cui non mi sentivo molto in forma, dissi a Cocteau di sostituirmi per la giornata. Gli disegnai tutte le scene che volevo che girasse precisando: ‘O segui esattamente le mie indicazioni, o non giri affatto...’. Inutile dire che se la cavò a meraviglia. [...] Cocteau era in estasi dato che aveva il ‘suo’ giorno di riprese". (Melville)



 

Sabato 02   giugno   2018                                 RAI3                 dalle 01.15  alle 06.00   (240’) 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

 

presenta

 

 

JEAN-PIERRE MELVILLE, TUTTE LE ORE FERISCONO

a cura di Simona Fina e Roberto Turigliatto

 

LE JENE DEL QUARTO POTERE         

(Deux hommes dans Manhattan, Francia, 1959, b/n, dur., 81’14”, v.o.sott.it.)

Regia: Jean-Pierre Melville

Con: Pierre Grasset, Jean-Pierre Melville, Jean Lara, Jerry Mengo, Jean Darcante, Monique Hennessy, Colette Fleury, Christiane Eudes, Ginger Hall

A New York scompare il capo della delegazione francese all'ONU. Moreau, giornalista dell'agenzia France Presse, scopre che è morto di crisi cardiaca in casa di un'attrice. Il fotografo Delmas ne scatta fotografie da vendere a caro prezzo, ma Moreau lo convince a rinunciarvi. L'intreccio è un pretesto per una ricognizione semidocumentaristica e poetica della Manhattan notturna, con evidenti omaggi a Giungla d'asfalto di Huston. È l'unico film girato negli States da Jean-Pierre Melville, ed è anche l'unica  sua interpretazione in un film da lui diretto, anche se non l'unica in assoluto (apparirà in un cameo per A Bout De Souffle)

 

 

 

 

LO SPIONE

(Le Doulos, Francia/Italia, 1962, b/n, dur., 108'         , v.o. sott.it)

Regia: Jean-Pierre Melville

Con: Jean-Paul Belmondo, Serge Reggiani, Jean Desailly, Michel Piccoli, Fabienne Dali, Monique Hennessy, René Lefèvre, Philippe Nahon, Volker Schlöndorff

Uscito di prigione dopo quattro anni, Faugel ha i suoi motivi per essere arrabbiato, non fosse altro che per l'uccisione di sua moglie mentre lui era dentro. Per questo, uccide il ricettatore Varnove, portandosi poi via dei diamanti grezzi che dovrebbero essere consegnati al boss Nuttheccio. Quindi si fa aiutare da Silien, un amico malvisto nell'ambiente perché sospettato di essere un informatore della polizia. Successivamente, organizza un colpo a una villa isolata, che viene però sventato a causa di una soffiata.

Sarà stato Silien? Intanto, il commissario Clain indaga.

 

“Con Lo spione Melville cercò di fare più di un buon noir. Non si limitò a rendere ambiguo il comportamento dei personaggi, ma cercò di rinverdire alcuni canoni del genere. Lo spione in effetti – questo è il suo pregio maggiore – non assomiglia ai tanti gangster film di svolgimento schematico e di itinerario obbligato che allineano in successione l'incontro-scontro tra le pedine del racconto, la definizione delle strategie criminose e la corrispondente risposta della polizia, eccetera. Segue, invece, un percorso alternativo. Certo, l'azione non manca, e basta citare il colpo della villa, la brutale aggressione a Thérèse, l'uccisione di Nuttheccio e di Armand, lo splendido finale. In queste scene Melville fa lievitare ritmicamente la suspense con un montaggio preciso e ottiene effetti di sorpresa giocando sul sadismo con cui sono trattate alcune situazioni. Ma nulla è fine a se stesso, e tutto si realizza attraverso una costruzione a strati del racconto, che diversifica i percorsi dell'intreccio e altera la logica interna del noir”. (Pino Gaeta, Jean-Pierre Melville, La Nuova Italia, Firenze, 1990).

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