Fuori orario
Dal 25 al 30 novembre 2018
In onda dal 25 al 30 novembre 2018
Domenica 25 novembre 2018 RAI3 dalle 02.00 alle 06.00 (240’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
UNA TOMBA PER L’OCCHIO
Il cinema di Jean-Marie Straub
(3)
a cura di Fulvio Baglivi
UN CONTE DE MICHEL MONTAIGNE primavisione TV
(Francia 2013, col., 34')
Di Jean-Marie Straub
Da “De l’exercitation” (libro II, capitolo 6) in Essais
Con: Barbara Ulrich
Straub dialoga a distanza con Michel de Montaigne; attraverso le sue parole, a cui dà voce Barbara Ulrich, una statua, un albero JMS instaura un rapporto dialogico e spaziale con il pensatore francese.
LA MORT DE VENISE primavisioneTV
(Francia 2013, col., 2')
Di Jean-Marie Straub
Film commissionato dalla Mostra del Cinema di Venezia per il film collettivo Future Reloaded in occasione del settantesimo anniversario del festival veneziano.
A PROPOS DE VENISE FILM
(Francia, Svizzera, 2013, col., 22'27”, v.o.)
Regia: Jean-Marie Straub
Gloria e crollo della grande Repubblica (di Venezia): le ragioni sono molteplici, complesse, storiche, psicologiche e umane, fin troppo umane. Sono gli stessi ingredienti la cui miscela e i cui movimenti decideranno se e in che condizioni l’Europa attuale sopravviverà? Jean- Marie Straub ci pone la domanda.
Nel 1902, dopo diversi viaggi in loco, Maurice Barrès pubblica La mort de Venise. Nel 2014 Jean-Marie Straub isola nove pagine e ne fa un film, À propos de Venise, con un lago al posto dei canali. Per entrambi, la Serenissima è già perduta nel '700, quando due “cariatidi” come Goethe e Chateaubriand la frequentano.
Tre punti nello spazio, ciò che resta di un movimento che immagino da sinistra a destra. Tre inquadrature fisse. 1) Un tronco d’albero sulla riva del lago. 2) Un grosso ramo che posa sull’acqua. 3) Una donna seduta, un microfono, un prato e il lago alle spalle. Il testo re-citato, le pause, le cesure: gli a capo corrispondono a precisi stacchi sull’asse. È un moto ondoso testuale, tipografico, che si lega a quello lacustre. Idea di ritmo e contrappunto: la massa d’acqua, la luce, le anatre, gli insetti, il testo. Tre inquadrature. Poi uno stacco, un blocco di nero, ci catapulta davanti agli occhi un’inquadratura di Chronik der Anna Magdalena Bach (1967): BWV 205, Zerreißet, zersprenget, zertrümmert die Gruft (Lacerate, devastate e distruggete la tomba). Con un ghigno selvaggio, Bach aveva composto il suo “dramma per musica” pensando a Virgilio e a Eolo, con i suoi venti distruttori. Sono loro che creano le onde? E cosa distruggono? (Trop tôt trop tard – 1982, due grattacieli gemelli riflessi nel Nilo si sfaldano nello sciabordio dell’acqua.)
Il recitato e l’aria di Bach sono posti in posizione inedita – dialettica. Si pensi a Proposta in quattro parti, Cézanne o al recente Kommunisten: è la stessa rigidezza del concetto di filmografia ad entrare in crisi. Logica dell’essai – non si tratta di trasgredire una forma, quanto di testarne i limiti, coglierne la dimesione prismatica verificandone le variabili.
Giocare la partita coi flutti, direbbe Mallarmé. Creare correnti sotterranee tra i film. Forse la storia del cinema non è altro che il processo interminabile di una “ricaduta” filmica simile al moto ondoso. Nulla è fisso”.
(Rinaldo Censi, Film parlato, 11 aprile 2015)
TROPPO PRESTO TROPPO TARDI FILM
(Trop tôt/Trop tard, Francia, Egitto, 1981, col., b/n, durata 110’31”)
Regia: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet
Interpreti: Danièlle Huillet, Bahgat Elnadi
Nella prima parte sulle immagini attuali della campagna bretone, una voce fuori campo legge alcune pagine di Friedrich Engels dedicate alla condizione miserevole dei contadini di quei luoghi alla fine del Settecento. La seconda parte prevede immagini dell'Egitto dei giorni nostri con, nel sonoro, un testo dello storico Mahmoud Hussein sulla lotta di classe da Napoleone fino a Sadat e su come tutti i movimenti di liberazione in quella terra siano sempre stati stroncati dagli inglesi o recuperati dalle caste dirigenti locali.
Venerdì 30 novembre 2018 RAI3 02.00 alle 6.00 (240’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
VORTICINEMA MATARAZZO
PARTE PRIMA
(1)
a cura di Lorenzo Esposito e Roberto Turigliatto
Fuori Orario presenta due notti dedicate a Raffaello Matarazzo, prima parte di un ciclo che proseguirà a gennaio 2019.
Oltre quarant’anni dopo la retrospettiva di Savona del 1976 (mitizzata e quasi sempre imprecisamente rievocata), in cui la cosiddetta “giovane critica” dell’epoca iniziò in Italia la rivalutazione di Matarazzo, strumentalizzando il suo nome anche per un’esplorazione inedita del cosiddetto cinema popolare italiano in chiave antineorealista, si può dire a giusta ragione che ancora oggi Matarazzo resta un caso completamente non risolto. Nel 2009 Fuori Orario, nel centenario della nascita (Matarazzo è nato a Roma il 17 agosto 1909), aveva presentato un ciclo di 14 film, successivamente il Festival di Locarno nella Retrospettiva Titanus aveva rilanciato l’esplorazione del cineasta rispetto a un pubblico internazionale.
Matarazzo non è lo “specialista” di un genere (il melodramma popolare del dopoguerra) ma uno dei più grandi e misconosciuti cineasti italiani, la cui opera si distende per oltre trent’anni, da Treno popolare (1932) a Amore mio (1964), decantandosi nella maestria della mise en scène pura, dell’intensificazione , della depurazione e dell’astrazione: e questo tanto nella commedia degli anni trenta quanto nel ciclo melò degli anni cinquanta (il quale non a caso finisce per sconfinare nel fantastique, da Angelo bianco in poi) per non parlare dei film matarazziani che fuoriescono da qualsiasi schema a partire proprio da Treno popolare. Fino al recentemente riscoperto, straordinario ultimo film, Amore mio. Questo “Matarazzo sconosciuto” (sintomo di un cinema a sua volta” arte ignorata”) lo intravidero per primi i critici francesi di “Présence du Cinéma” (i quali lo accostarono in questo non solo al connazionale Cottafavi, ma anche a Lang, Mizoguchi e Dreyer), in particolare Jacques Lourcelles.
GIORNO DI NOZZE FILM
(Italia, 1942, b/n, 88’43’)
Regia: Raffello Matarazzo
Con: Armando Falconi, Amelia Chellini, Anna Proclemer, Antonio Gandusio, Roberto Villa,
Chiaretta Gelli, Paola Borboni, Carlo Campanini, Armando Migliari, Stefano Sibaldi
Mariella, La figlia di un modesto impiegato, si fidanza con il figlio di un ricco industriale, mettendo
in difficoltà la sua famiglia. «Uno dei capolavori comici di Matarazzo, questo maestro del
melodramma degli anni ’50 le cui commedie del periodo 1933-45 non furono scoperte che negli
anni ’70, rivelando un’opera dal registro tanto esteso da diventare capitale non solo per il cinema
del dopoguerra ma anche per i primi trent’anni del cinema sonoro italiano. Il film, degno di un
Labiche, raggiunge la perfezione tanto sul piano della scrittura quanto su quello della tematica e
della messa in scena. E’ basato sul tema onnipresente del denaro e si serve della comicità delle
situazioni per fare la satira di un universo molto vasto, che dalla piccolissima all’alta borghesia.
Formalmente il film è magistrale tanto per l’uso spesso prodigioso dei piani sequenza quanto per le
Invenzioni visive e per l’interpretazione straordinaria dei due padri della storia, il “povero” Falconi
e il “ricco” Gandusio» (Jacques Lourcelles)
IL BIRICHINO DI PAPÀ FILM
(Italia, 1943, b/n, 77’13”)
Regia: Raffaello Matarazzo
Con: Armando Falconi, Chiaretta Gelli, Dina Galli, Amelia Chellini, Anna Proclemer, Nicoletta Parodi, Franco Scandurra, Carlo Campanini, Paola Borboni, GiuseppePierozzi
Nicoletta è una giovane ribelle, molto amata dal padre, che le perdona qualsiasi pasticcio combini, sino a quando una vecchia parente arrivata a far parte della famiglia, dopo il matrimonio della sorella, insiste perché l'impetuosa fanciulla sia mandata in collegio. Nel collegio Nicoletta si trasforma in un vero terremoto per gli educatori che tentano invano di domarla. “Opera complementare di Giorno di nozze (il film precedente di Matarazzo), con cui condivide molte qualità e una gran parte degli attori. Qui Matarazzo non cerca tanto di raggiungere l’universalità con la sua verve comica, ma di posare sull’era fascista uno sguardo aspro e prodigiosamente ironico. Il birichino di papà prende in effetti direttamente per bersaglio, con un tono insieme acido e bonario, la rispettabilità, il culto delle convenzioni e dei riti sociali in vigore all’epoca. Ed è con piena logica che questa satira si inscrive nel genere di commedia più caratteristica del cinema degli anni ’30: il film di collegio femminile. Come Giorno di nozze, si tratta di un melodramma rientrato – e trasformato, dalla grazia dello stile, in commedia. I personaggi più simpatici precipiterebbero presto nella disgrazia e nella disperazione senza l’intervento gioioso dell’eroina, una piccola ribelle di quindici anni. Con la sua indipendenza di spirito e la sua energia, mette a nudo le tare di una società ipocrita e coercitiva, salva la sorella dal naufragio e impedisce al film di cadere nella tetraggine più assoluta. La qualità dell’interpretazione, il ritmo di ogni sequenza e dell’insieme, l’acutezza dello sguardo dell’autore che trasforma in satira la storia più anodina e innocente sono degne di un grande maestro della messa in scena” (Jacques Lourcelles)
VORTICE – copia in bianco e nero (prima parte) FILM
(Italia, 1954, b/n, prima parte 50’)
Regia: Raffaello Matarazzo
Con: Silvana Pampanini, Massimo Girotti, Gianni Santuccio, Irene Papas, Franco Fabrizi, Maria Grazia Sandri
Elena è costretta a sposare, senza amore, Luigi, il cinico direttore della banca dove lavora il padre, per aiutarlo a superare la sua difficile situazione finanziaria. Il matrimonio sarà per la donna un tormento. Quando il marito viene ucciso da una sua ex amante, Elena viene accusata ingiustamente dell’omicidio. Disperata tenta il suicidio, ma viene salvata in extremis dal medico che lei aveva sempre amato.
Sabato 01 dicembre 2018 RAI3 dalle 1.40 alle 6.00 (260’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
VORTICINEMA MATARAZZO
PARTE PRIMA
(2)
a cura di Lorenzo Esposito e Roberto Turigliatto
PAOLO E FRANCESCA FILM
(Italia, 1950, b/n, 95’54”)
Regia: Raffaello Matarazzo
Con: Armando Francioli, Odile Versois, Andrea Checchi, Aldo Silvani, Dedi Ristori, Roberto Murolo, Nino Marchesini, Angela Lavagna, Enzo Musumeci Greco, Guido Morisi, Giulio Tomasini
Ispirato al canto V dell’Inferno di Dante, la storia tragica dell’amore di Paolo Malatesta per Francesca da Polenta, moglie del fratello Gianciotto. “Oggi appare come uno dei più rigorosi film di passione, tale da giustificare il riferimento dei matarazziani conseguenti a Lang (…) Il film forma un dittico infernale con l’altra coeva versione dantesca, Il conte Ugolino, horror antropofago dell’amico Freda: benché le due operazioni siano state generalmente liquidate in modo sbrigativo, i finali con l’inclusione dei versi del poeta vanno riscoperti con il massimo rispetto tra i ritorni novecenteschi al poeta” (Sergio Grmek Germani)
L’ULTIMA VIOLENZA FILM
(Italia, 1957, b/n, 96’49”)
Regia: Raffaello Matarazzo
Con: Yvonne Sanson, Lorella De Luca, Dario Michaelis, Riccardo Garrone, Aldo Silvani, Carlo D’Angelo, Alberto Lupo
Violentata durante la guerra, Anna ha fatto credere con la complicità dei genitori che la figlia Lisa è sua sorella. Ma per avidità il fratello Giorgio minaccia di dire la verità e di fa r fallire il matrimonio tra Lisa e il medico condotto.
VORTICE – copia in bianco e nero (seconda parte) FILM
(Italia, 1954, b/n, seconda parte 50’)
Regia: Raffaello Matarazzo
Con: Silvana Pampanini, Massimo Girotti, Gianni Santuccio, Irene Papas, Franco Fabrizi, Maria Grazia Sandri
Elena è costretta a sposare, senza amore, Luigi, il cinico direttore della banca dove lavora il padre, per aiutarlo a superare la sua difficile situazione finanziaria. Il matrimonio sarà per la donna un tormento. Quando il marito viene ucciso da una sua ex amante, Elena viene accusata ingiustamente dell’omicidio. Disperata tenta il suicidio, ma viene salvata in extremis dal medico che lei aveva sempre amato.